Premio Francese, via al concorso cinematografico per studenti
Palermo, 11 dicembre 2019 - Va avanti la macchina organizzativa del Premio Mario e Giuseppe Francese, organizzato dall’Ordine dei giornalisti di Sicilia, in collaborazione con Libera, l’associazione Uomini del Colorado e con la sezione siciliana del Centro Sperimentale di cinematografia-Scuola nazionale di Cinema. Il Premio, dedicato al cronista di giudiziaria del Giornale di Sicilia ucciso dalla mafia 41 anni fa, si svolgerà il 6 febbraio 2020 a Palermo, presso il teatro Santa Cecilia. Una scelta non casuale quella del 6 febbraio, in quanto coincide con la data di compleanno di Mario Francese che avrebbe compiuto 95 anni.
La commissione si è riunita nei giorni scorsi per una prima valutazione sui giornalisti cui assegnare i due premi, intitolati uno a Mario Francese e uno a suo figlio Giuseppe. La commissione, presieduta da Gaetano Savatteri, è composta da Giulio Francese, figlio di Mario e presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia; Felice Cavallaro, inviato del Corriere della Sera; Salvatore Cusimano, direttore Rai Sicilia; Franco Nicastro, giornalista dell’Ansa; Riccardo Arena, cronista di giudiziaria del Giornale di Sicilia.
Nel frattempo procede il lavoro delle scuole che hanno aderito alla novità di questa XXIII edizione del Premio, il concorso cinematografico per la realizzazione di un corto sul tema "La memoria contro la mafia", per ricordare il coraggio e il sacrificio di quanti non si sono arresi a Cosa nostra, pagando anche con la vita il proprio impegno.
Sono diciannove le scuole che hanno aderito, per un totale di 25 lavori che saranno presentati. Undici scuole sono di Palermo: gli istituti Regina Margherita, Don Bosco Ranchibile, Meli, Galilei, Umberto I, Einaudi Pareto, Cascino, Vittorio Emanuele III, Garibaldi, Don Colletto (Corleone) e D’Alessandro (Bagheria). Gli altri istituti che partecipano sono il Verona Trento e il Maurolico di Messina, il Borghese Faranda di Patti, il Manzoni di Mistretta, il Ruggero Settimo di Caltanissetta, il Foscolo di Canicattì, il Cascino di Piazza Armerina e il Secusio di Caltagirone. La giuria del concorso è composta da Ivan Scinardo, direttore del Centro Sperimentale di Cinematografia, dai giornalisti Salvatore Rizzo, Gian Mauro Costa e Maria Pia Farinella e dall’attrice Silvia Francese.
Il concorso, come si legge nel bando, nasce per dare voce alle nuove generazioni nel segno dell’esempio e della “lezione” professionale di Mario Francese e per stimolare la curiosità dei ragazzi e la voglia di raccontare la realtà che li circonda, attraverso varie forme espressive e format quali: audio, video, scrittura, fotografie. Gli studenti devono tentare di raccontare per immagini storie, episodi e personaggi, anche meno noti alle cronache, che rappresentano la resistenza al potere della mafia. Il concorso voluto mira a stimolare in questo modo la consapevolezza e la riflessione sugli effetti della lunga stagione del terrore mafioso e a far scoprire e a far proprie le storie di tutti quegli uomini diventati “eroi”, che hanno sacrificato la propria vita per non piegarsi alla violenza di Cosa nostra. Per i giovani una sfida creativa, utilizzando un linguaggio per immagini, diretto sia ai coetanei che agli adulti.
Il concorso si inserisce inoltre nel percorso di avvicinamento alla manifestazione del 21 marzo 2020 – XXV Giornata nazionale in ricordo delle vittime innocenti delle mafie che quest’anno si svolgerà a Palermo, coinvolgendo studenti e Istituti scolastici provenienti da tutta la Sicilia e da tutta l’Italia.
Premio Francese, i racconti degli studenti
Il Premio Mario Francese quest'anno presenta una novità, uno spazio dedicato alle scuole, coordinato dalle associazioni Libera e Uomini del Colorado. Un progetto che guarda con interesse all'evoluzione dei mezzi di comunicazione che ha trasformato il mondo dell'informazione rendendo i giovani sempre più protagonisti. E per dare più spazio al protagonismo dei giovani si è guardato con interesse al mondo della scuola, per cercare di dare voce alle nuove generazioni di reporters in erba e stimolare la loro partecipazione attiva attraverso contributi quali news, blog, social network, video, giornali scolastici, web radio e qualsiasi altra forma espressiva. L'idea di fondo quella di attivare, nel segno della lezione professionale e dell'esempio di Mario Francese, percorsi formativi all'interno degli istituti al fine di stimolare la curiosità dei ragazzi e la voglia di raccontare la realtà che li circonda. Il Premio Francese costituisce la "cornice" finale per dare risalto e massima valorizzazione al lavoro degli studenti.
Al progetto, partito quest'anno in via sperimentale, hanno aderito alcuni istituti palermitani. Il Liceo Classico Vittorio Emanuele II, il Liceo Scientifico Benedetto Croce, il Liceo Psicopedagocico Regina Margherita, il LIceo Classico Meli. Il tema: "La scuola, il quartiere".
I ragazzi hanno scelto soprattutto la formula del racconto, che ha permesso loro di rappresentare attraverso gli occhi dell'Altro, le problematiche relative ai processi di integrazione/esclusione del quartiere storico di Ballarò, con i suoi odori, le sue sfumature, le contraddizioni, le mille problematiche (Un amore così grande, Ballarò e L'Arcobaleno dei valori); prodotti anche due articoli ( I molti volti di Ballarò e Ballarò, tra rilancio culturale e degrado dilagante). Con questi lavori, coordinati da Valeria Salanitro, per l'Associazione "Libera", gli studenti coinvolti hanno fatto, da un lato, un lavoro di denuncia dei mali che affliggono il quartiere in cui risiedono le loro scuole e, dall'altro, mostrato le bellezze e le potenzialità artistiche-patrimoniali di quest'area ricca di storia e di fascino che può avere ancora un grande futuro, nel segno dell'integrazione multietnica. Di seguito due racconti e due articoli scritti dagli studenti.
- Un amore così grande, Ballarò (racconto)
- Ballarò tra rilancio culturale e degrado dilagante (articolo)
- L'Arcobaleno dei valori (racconto)
- I molti volti di Ballarò (articolo)
Premio Francese, così Mario ha “vinto”
«Per tutto ciò che si è visto al teatro Santa Cecilia possiamo azzardare che Francese ha vinto e la mafia ha perso». L'espressione utilizzata dal giornalista Angelo Scuderi in un suo commento sulla giornata conclusiva del Premio "Mario e Giuseppe Francese", svoltasi sabato 26 gennaio 2019, è certamente forte, può anche apparire provocatoria, ma esprime bene il livello di consapevolezza raggiunto da tutti gli attori presenti al premio, la soddisfazione e la partecipazione di giornalisti, studenti, addetti ai lavori, che ha fatto sì che dopo vent'anni di oblio Mario Francese venisse restituito alla memoria civile e collettiva della città di Palermo e non solo.
A partire dall'iniziativa della mattina del 26 gennaio, quando in viale Campania è stata posta una corona di fiori in corrispondenza della targa in memoria di Mario Francese, alla presenza del sindaco di Palermo Leoluca Orlando, del prefetto Antonella De Miro, con la testimonianza del presidente nazionale dell'Ordine dei giornalisti Carlo Verna e del presidente dell'Odg Sicilia Giulio Francese, figlio di Mario.
È stato un successo, su più punti di vista. Ha sorpreso l'empatia con cui i ragazzi delle scuole, partecipanti alla sezione loro dedicata del premio, si sono avvicinati ai temi dell'informazione, del giornalismo libero, della voglia di comunicare, di conoscere, di ricordare. Ha sorpreso l'abbraccio della città a Mario e Giuseppe Francese, un abbraccio giunto tanto "dal basso" con la partecipazione di cittadini e studenti alla due giorni di iniziative organizzate in occasione del quarantennale dell'uccisione di Mario Francese, quanto l'abbraccio "istituzionale", con la presenza significativa di rappresentanti degli enti locali e delle forze dell'ordine, tra gli altri il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il prefetto Antonella De Miro, il numero uno della Direzione investigativa antimafia Giuseppe Governale, l'assessore regionale a Territorio e ambiente Toto Cordaro.
Il premio di giornalismo “Mario e Giuseppe Francese” è andato a tre giornalisti che si sono dedicati a inchieste e a studenti che hanno ragionato sul tema “L’informazione che vorrei”. La manifestazione - organizzata dall’Ordine in collaborazione con Libera e con l’associazione Uomini del Colorado - si è svolta al teatro Santa Cecilia di Palermo, come momento finale di una due giorni di iniziative.
Sono stati premiati Lucia Goracci della Rai (in collegamento telefonico da Istanbul), Paolo Borrometi di Tv2000, presente al teatro Santa Cecilia e, alla memoria, Alessandro Bozzo, rappresentato dalla sorella e dalla madre. Ricevendo il premio intitolato a “Giuseppe Francese”, Borrometi, sotto scorta perché minacciato dalla mafia, ha rivolto un pensiero a Giulio Regeni e al magistrato Nino Di Matteo, invitando i ragazzi delle scuole in platea a non smettere di sognare.
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Momenti di commozione quando a margine della premiazione di Paolo Borrometi in platea sono stati esibiti dal pubblico cartelli con la scritta “Io sto con Paolo Borrometi”.
Fra gli intervenuti al premio anche Giuseppe Governale, numero uno della Direzione investigativa antimafia, che tra i vari argomenti affrontati ha anche dichiarato: «Matteo Messina Denaro sarà arrestato, non sappiamo quando ma quel momento arriverà. Hanno costruito un mito, è formalmente il reggente della cosca di Trapani, ma non ha alcuna valenza operativa. Per la sua cattura è al lavoro giorno e notte una task force straordinaria che ha un solo obiettivo, prenderlo».
La sezione dedicata alle scuole ha coinvolto dodici istituti siciliani. La commissione esaminatrice, composta dai giornalisti Maria Pia Farinella, Tano Gullo, Egle Palazzolo, Alessandra Turrisi e Lidia Tilotta ha deciso di assegnare il primo premio al liceo classico linguistico “Bonaventura Secusio” di Caltagirone. La commissione ha anche assegnato il secondo premio ex aequo al liceo classico “Ruggero Settimo” di Caltanissetta e al liceo scientifico “Benedetto Croce” di Palermo.
Volti soddisfatti, ragazzi entusiasti anche solo "per esserci stati", per avere potuto dire da un palco che l'informazione che loro vorrebbero «è quella che fa oggi Paolo Borrometi, e quella che faceva Mario Francese». Ecco perché l'ipotesi che «Francese ha vinto e la mafia ha perso», può anche apparire forte, ma non troppo distante dalla realtà.
Quando avevamo la guerra in casa
Un Mario Francese inedito, non quello delle inchieste di mafia, degli articoli profondi e sferzanti che davano tanto fastidio a Cosa Nostra, tanto da indurre questa ad eliminarlo. Il Mario Francese in questione è un giovanissimo giornalista che indossa i panni del reporter di guerra, diviso tra Palermo e Siracusa, racconta le bombe che devastarono la Sicilia fino al 1943, fino al momento dello sbarco delle forze alleate nel Siracusano. E lui in quei giorni era proprio lì, diciottenne vivace, che raccoglie l'indiscrezione e la porta agli "abitanti" del rifugio dove si trovavano tra gli altri i suoi genitori, cui pochi giorni prima era stata bombardata la casa.
Della guerra in Sicilia raccontata da Mario Francese si è parlato sabato 19 maggio nell’aula magna della facoltà di Giurisprudenza, dove è stato presentato il libro con questi testi bellici del cronista del Giornale di Sicilia ucciso il 26 gennaio ‘79. Il volume, che porta anche la firma di Mario Genco, altra firma illustre della storia del quotidiano di via Lincoln, è intitolato “Quando avevamo la guerra in casa” (Mohicani edizioni). A volerlo realizzare è stato l'Ordine dei giornalisti di Sicilia. Dentro, dice nell'introduzione Riccardo Arena, presidente dell'Ordine dei giornalisti, "c'è il Mario più autentico e vero, che poco più che adolescente, aveva conosciuta la guerra, una guerra dura, aspra, quella della fame e degli sfollati, dei senzatetto e degli uomini, donne e bambini recuperati dalle macerie, la guerra dei palazzi sventrati, sbriciolati e incendiati, la violenza infinita di un'aggressione che si era ritorta contro la popolazione inerme. Sono spezzoni di memoria individuale e collettiva, quelli raccontati da Mario, una lezione per quanti si avvicinano alla nostra professione".
L'incontro per la presentazione del libro, moderato da Franco Nicastro, consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, rientrava tra gli eventi formativi, voluti proprio dall’Ordine. Nicastro, tra l’altro, ha firmato anche la prefazione del libro. Presenti anche Giuseppe Liotta, presidente della Scuola di Scienze giuridiche economiche e sociali di Palermo, Antonio Scaglione, vicepresidente del Consiglio della magistratura militare, Giulio Francese, giornalista e figlio di Mario, e Silvia Francese, attrice e nipote di Mario, che ha letto alcune pagine toccanti del libro, racconti delle vita bellica, sotto la pioggia di bombe, narrati dal giovanissimo Mario. E da quei momenti di vita vissuta, descritti con la partecipazione emotiva propria del cronista, emerge già un giornalista che, benché fosse ancora un ragazzino, sapeva come raccontare eventi tanto drammatici e capaci di scavare l’esistenza degli uomini, come dimostrerà negli anni successivi, sul fronte di un'altra guerra, quella della mafia.
La stesura del testo risale al 1960 quando Francese, da poco assunto al Giornale di Sicilia, scrisse un lungo articolo per un inserto celebrativo realizzato dal quotidiano palermitano in occasione dei suoi cent’anni. Argomento di quell'articolo la guerra in Sicilia. Un testo scoperto quasi per caso sulle bancarelle di piazza Marina dal figlio Giuseppe, come hanno ricordato prima Franco Nicastro e poi Giulio Francese. Franco Nicastro ha parlato dell'attualità di questo testo in un momento in cui la guerra e il dramma dei profughi sono ritornati prepotentemente alla ribalta in Europa. E guardando a quanto avviene in Siria e dintorni dovremmo ricordarci di "quando avevamo noi la guerra in casa", quando eravamo noi a cercare la salvezza nella fuga. "Nella cronaca di Francese il ricordo è solido e nitido - sottolinea Nicastro -come quello di un precoce reporter di guerra, a cui non sfugge, trovandosi egli stesso sotto le bombe, neppure un dettaglio di un'esperienza vissuta con drammatico realismo. Nel suo resoconto il cronista coglie e descrive le paure delle famiglie, i disagi degli sfollati, le privazioni della povera gente e perfino i fotogrammi dell'ansia controllata di un ragazzo che da Siracusa è venuto a studiare a Palermo. A quell'età (Mario nel 1940 ha 15 anni), l'incoscienza giovanile scaccia anche la paura. E lui correva, appunto senza paura, e scrutava il cielo. Vedeva aerei e dietro altri aerei, poi altri ancora. Una scena che neanche il grande cinema ha saputo raccontare meglio di quel ragazzo che correva senza fermarsi: "Chiusi gli occhi, già nell'aria sibiliava l'urlo della morte; una dietro l'altra le terribili bombe si avventavano contro la terra". Nicastro ha poi parlato di quegli strani incroci del destino che hanno portato Mario Francese a occuparsi della guerra e poi di un'altra ancora, quella di mafia, di cui sarebbe stato, il 26 gennaio 1979, una vittima eccellente.
Nella sua testimonianza Giulio Francese ha ricordato il momento in cui suo fratello Giuseppe gli consegnò il numero speciale del centenario del Giornale di Sicilia. " Nel 1960 avevo due anni, non sapevo nulla di quegli articoli sulla guerra fino al giorno in cui Giuseppe, dopo averli scovati a piazza Marina, me li portò. Ricordo ancora il suo sorriso, era come se avesse trovato un tesoro che mi mostrava con orgoglio. In quei fogli non c'erano solo degli articoli inediti di mio padre, c'era un pezzo della sua vita che ci veniva restituita. E Giuseppe era felice e orgoglioso di questo piccolo-grande uomo che veniva fuori da quelle pagine". Poi parlando del libro, Giulio Francese ha sottolineato che questo è un racconto che gli studenti dovrebbero leggere per capire cosa è stata la guerra in Sicilia. Il libro ci fa fare un salto indietro nel tempo, nella storia dell'Isola, ma anche di un uomo "che già da adolescente, in una città bombardata, si muoveva con slancio tra mille pericoli sfidando ogni giorno la morte, tendendo le mani alla vita, agli uomini. E non è mai cambiato. Il giovane Mario somiglia tanto a quello più maturo che si occupa di mafia: la curiosità, la generosità, il coraggio, l'umanità, la voglia di sapere, di capire, di scavare a fondo, di raccontare". Sono le doti del cronista antimafia "ma che sono già visibili in quel reporter in erba che racconta la vita sotto le bombe, il dramma degli sfollati, gli esodi di massa , le code per la razione quotidiana di pane e pasta, la vita permanente nei ricoveri, le scuole chiuse e le difficoltà degli studenti, le case e i monumenti distrutti. E lui è sempre lì, testimone di quel tempo difficile, con una cronaca in presa diretta che ci fa vedere e sentire".
Premio Francese, Formigli fatti visti da vicino
“Vorrei partire dal mio viaggio rocambolesco, perché penso che l’inviato non possa perdere il contatto con la realtà, altrimenti si rompe un patto di serietà con il pubblico. E senza vedere le cose da vicino questo mestiere non sarei in grado di farlo”. Corrado Formigli ricorda così il reportage girato a Kobane, la città siriana assediata dall’Isis, con cui il giornalista e conduttore di Piazzapulita ha vinto la XVIII edizione del Premio giornalistico intitolato a Mario Francese, cronista giudiziario del Giornale di Sicilia, ucciso dalla mafia il 26 gennaio 1979. La cerimonia, organizzata come ogni anno dall'Ordine dei giornalisti di Sicilia, in collaborazione con l’associazione Uomini del Colorado, si è svolta stamane nell’aula magna dell’antica sede del liceo scientifico Benedetto Croce, a Palermo, con la partecipazione di oltre 150 ragazzi dell'istituto diretto da Simonetta Calafiore.
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Formigli, intervistato dal presidente della giuria del Premio, Gaetano Savatteri, da Felice Cavallaro e Giulio Francese, ha ricordato anche le difficoltà del mestiere di giornalista, “tutt’altro che morto – ha sottolineato – ma anzi più vivo ed importante che mai”. Il Premio dedicato ai giovani giornalisti emergenti, in memoria di Giuseppe Francese, è stato invece assegnato al siracusano Saul Caia, autore di video reportage, diffusi sul web e sui social, sullo scempio ambientale di alcune aree della Sicilia. “Cerco di raccontare quello che raramente i giornali dicono - ha detto - cioè la devastazione ambientale della Sicilia. Sono onorato di ricevere questo premio. È proprio grazie a giornalisti come Mario Francese che oggi è più facile scrivere di mafia”.
"Con l’edizione numero 18 il Premio diventa maggiorenne - ha detto il presidente dell'Ordine dei giornalisti di Sicilia, Riccardo Arena -. Abbiamo voluto dedicarlo al tema della guerra, partendo da uno scritto di Mario Francese sui bombardamenti nell’Isola, pubblicato sul numero del centenario del Giornale di Sicilia, nel 1960, oggi elaborato e adattato da Franco Nicastro e arricchito da un lavoro di Mario Genco, e ne abbiamo fatto un libro, 'Quando avevamo la guerra in casa', per ricordare quel che fu il conflitto bellico in Sicilia. Mario Francese non sapeva fare solo la giudiziaria ma era cronista nell’anima. Premi e riconoscimenti sono tutti legati dal filo rosso delle tante guerre che si sono combattute qui, a casa nostra".
Il volume, edito da Mohicani e pubblicato a cura dell’Ordine, è arricchito dalle fotografie gentilmente concesse dall’archivio dei Vigili del fuoco di Palermo e sarà donato a scuole e istituzioni che ne faranno richiesta. Un riconoscimento speciale è andato a Vanessa Neri, giovane giornalista che ha denunciato i ricatti subiti per iscriversi all’albo, e ai fotografi Mike Palazzotto, la cui carriera dura da oltre 40 anni, e Tony Gentile, autore della famosa foto dello scambio di sorrisi tra Falcone e Borsellino.
Tra i premiati anche Alfonso Giordano, presidente del maxiprocesso, del quale quest’anno ricorre il trentesimo anniversario, e Mario Lombardo, pubblicista, che allora fu giudice popolare. I protagonisti di allora sono stati ricordati anche dal giornalista Antonio Calabrò, autore del libro “I mille morti di Palermo, intervenuto in collegamento skype.
Silvia Francese, figlia di Giulio e nipote di Mario, e l’attore Salvo Piparo hanno poi recitato alcuni brani tratti dal libro di Francese e “mixati” con gag del poeta di strada Peppe Schiera, raccontate attraverso la penna di Salvo Licata. Ad animare la manifestazione è stato anche il rapper palermitano Othelloman.
Presentate poi le esperienze giornalistiche di alcuni studenti, fatte nel quartiere in cui sorge la scuola, Ballarò, grazie un progetto coordinato da Libera. Un riconoscimento è andato anche a Luana Targia, studentessa universitaria che si è laureata con la tesi “Mario e Giuseppe Francese, due esistenze legate all'amore per la verità”.
Riconoscimenti pure alle redazioni di TvA e Antenna Sicilia, storiche emittenti televisive alle prese con la crisi economica. Ricordata infine la giornalista Cristiana Matano, volto di Tgs, prematuramente scomparsa a causa di una grave malattia e alla quale sarà dedicato un Premio giornalistico a Lampedusa, l’8 e il 9 luglio prossimi. All’incontro hanno partecipato, intervenendo con un saluto dedicato agli studenti, il prefetto di Palermo, Antonella De Miro, il questore, Guido Longo, il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Giuseppe De Riggi, e il colonnello della Guardia di Finanza, Massimo Cocco.
Premio Francese, è l'anno delle Iene
Due “Iene” in inconfondibile total black, i loro autori fidati e le loro inchieste su fatti siciliani di grande rilievo, vincono l'edizione 2017, quella del ventennale, del Premio giornalistico nazionale intitolato a Mario Francese, il cronista del Giornale di Sicilia ucciso dalla mafia il 26 gennaio 1979.
Il Premio è organizzato dall’Ordine dei Giornalisti di Sicilia con l’associazione Uomini del Colorado e in collaborazione con Libera, con il Conservatorio Vincenzo Bellini e con il Liceo psicopedagogico, musicale e coreutico Regina Margherita, diretto da Maria Pia Blandano, che ospiterà la cerimonia di premiazione, lunedì 27 marzo alle 9,30, nel teatro dell’istituto, in via Ss. Salvatore 411, a Palermo.
La manifestazione sarà presentata dai giornalisti Daniela Tornatore e Roberto Puglisi.
Spazio Scuola
Per il quarto anno consecutivo il Premio si apre alle scuole superiori. Cinque gli istituti che hanno aderito allo Spazio riservato agli studenti: Liceo classico Vittorio Emanuele II (coordinatrice la docente Piera Fallucca), Liceo psicopedagogico Regina Margherita (coordinatrice Rosaria Cascio), Istituto statale Pareto Einaudi (coordinatrice Anna Cosenza Toscano), Liceo scientifico Benedetto Croce (coordinatrice Isabella Tondo), Liceo classico Umberto I (coordinatore Bernardo Puleo). I ragazzi hanno realizzato, a tema libero, reportage fotografici, blog, servizi giornalistici, videoreportage, che saranno proiettati e illustrati. Riconoscimenti sono stati assegnati ai lavori di maggior valore giornalistico dalla commissione per le Scuole, presieduta da Egle Palazzolo. [Leggi di seguito in Read more...]
I premi
La commissione, presieduta dallo scrittore e caporedattore del Tg5 Gaetano Savatteri, ha assegnato il Premio Mario Francese alla doppia coppia di “Iene” televisive Filippo Roma-Marco Occhipinti e Cristiano Pasca-Claudio Bongiovanni.
Di Roma e Occhipinti l’inchiesta sul caso delle firme false per la presentazione delle liste del Movimento 5 Stelle a Palermo, alle amministrative del 2012. Per Pasca e Bongiovanni, la protesta dei fratelli disabili palermitani Alessio e Gianluca Pellegrino: un servizio che ha costretto alle dimissioni l’assessore regionale Gianluca Miccichè, portando all’apertura del dibattito sulle lacune dell’assistenza ai disabili in Sicilia.
Il Premio Giuseppe Francese, dedicato a giornalisti under 36 (l’età alla quale il figlio del cronista del Giornale di Sicilia morì), è andato all’inviata del Tg1 Giovanna Cucè.
Menzioni e riconoscimenti poi a giornalisti siciliani che si sono distinti per la propria attività professionale: Alessandra Turrisi e Riccardo Salvia, collaboratori del Giornale di Sicilia, Mario Barresi de La Sicilia, Dario De Luca di Meridionews e Sebastiano Caspanello della Gazzetta del Sud.
Una menzione pure per la studentessa Federica Virga. Ospiti della manifestazione il nuovo presidente del Palermo Calcio, Paul Baccaglini, e l’attore palermitano Claudio Gioè, che interpreta il ruolo di Mario Francese nella fiction di imminente uscita su Mediaset, dedicata alla vita del cronista.
Spettacolo
Durante la manifestazione si esibiranno il primo soprano del Teatro Massimo di Palermo, Rosalba Mongiovì, che, con il pianista del Conservatorio Vincenzo Bellini, Gianbartolo Porretta, interpreteranno l'aria di Musetta dalla Bohème di Giacomo Puccini, il Requiem di Gabriel Faurè e Summertime di George Gershwin. Sul palco pure il poeta e cantore siciliano Michelangelo Balistreri, che reciterà una poesia dedicata a Mario Francese, accompagnato dal chitarrista Francesco Maria Martorana.
Albo d'oro
1993 Francesco La Licata
1994 Giovanni Minoli
1995 Piero Marrazzo
1996 Lucia Annunziata
1998 Maurizio Costanzo e Ferruccio De Bortoli
1999 Michele Santoro e Enrico Deaglio
2002 Milena Gabanelli
2003 Gian Antonio Stella
2004 Carlo Lucarelli
2005 Fabrizio Gatti
2007 Sigfrido Ranucci (Rai News 24)
2007 Premio speciale: “Scacco al re - La cattura di Provenzano” (Produzione tv Magnolia-Rai)
2008 Gianluigi Di Stefano (documentario su Siani)
2010 Francesca Barra
2011 Giuseppe D'Avanzo
2012 Franco Oddo e Marina De Michele
2014 Pif
2015 Lirio Abbate e Federica Angeli
2016 Corrado Formigli
2017 Filippo Roma, Marco Occhipinti, Cristiano Pasca, Claudio Bongiovanni
Info: Salvatore Ferro
Tel. +393931949860
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Premio Francese 2019 a Goracci, Borrometi, Bozzo
Ha avuto come cornice la sede dell’Ordine nazionale dei giornalisti, a Roma, il 22 dicembre, la presentazione dell’edizione numero 22 del premio di giornalismo “Mario e Giuseppe Francese”, a quarant’anni dall’omicidio per mano mafiosa di Mario Francese, cronista di giudiziaria del Giornale di Sicilia. Alla conferenza stampa hanno preso parte il presidente dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Verna, il presidente dell’Odg Sicilia Giulio Francese e i componenti della commissione del Premio.
I premiati di questa edizione sono i siciliani Lucia Goracci (Premio “Mario Francese”) e Paolo Borrometi (Premio “Giuseppe Francese”) e il calabrese Alessandro Bozzo (Premio “Giuseppe Francese alla memoria”, che è stato istituito in questa occasione per la prima volta). I riconoscimenti saranno consegnati sabato 26 gennaio, a partire dalle ore 10, al teatro Santa Cecilia di Palermo. Queste le motivazioni per i vincitori.
Lucia Goracci. Con coraggio e fermezza da anni affronta situazioni estreme per informare. Continua a cercare i fatti e il loro senso anche e soprattutto nelle zone di confine, dove oltre al rischio professionale c’è anche quello della vita stessa. Ricorda con il suo impegno quotidiano che il mestiere del giornalista si impoverisce quando non è animato dalla ricerca, secondo il vecchio motto dei maestri “ andare, vedere, raccontare”. Lucia lo fa costantemente senza delegare lo sguardo e l’analisi, onorando il servizio pubblico e senza dimenticare in nessuno dei suoi reportage le vittime dei conflitti che i potenti sacrificano in ogni parte del mondo. Condivide gli sguardi pieni di sofferenza e di speranza delle donne e dei bambini che incontra sulle strade ridotte a voragini e in quello che resta delle case sventrate rendendo partecipe l’opinione pubblica del valore inestimabile della pace ancora impossibile in gran parte dei paesi a noi vicini.
Paolo Borrometi. Prova di un impegno concreto capace di colpire quella che ha chiamato la "mafia invisibile", l'esperienza di Paolo Borrometi ha consentito di individuare anche i protagonisti di cosche "senza coppola né lupara", come le indica questo determinato cronista nelle inchieste pubblicate anche su un sito da lui fondato. Deciso a scoprire quanto malaffare intriso di corruzione, violenze e intrighi si annidi in un'area a lungo erroneamente ritenuta immune come quella delle province di Ragusa e Siracusa, Borrometi non si è lasciato intimidire nonostante un pestaggio, la frattura di una spalla e uno sventato attentato, scoperto grazie alle intercettate minacce di un malavitoso che ne auspicava la fine perché "ogni tanto un morto ci vuole".
Alessandro Bozzo. Giornalista calabrese, nella sua Cosenza ha raccontato per anni, con coraggio e passione, la sua terra, i suoi intrighi, i suoi lati oscuri. Per questa coerenza rocciosa è stato isolato, nella sua città e nel suo giornale, messo ai margini e maltrattato con conseguenze devastanti per la sua vita personale e familiare. Il prezzo che ha pagato è stato altissimo, finché le corde dell’ostinazione e della speranza si sono spezzate. La sua morte denuncia l’abbandono in cui versa il mestiere in alcune zone d’Italia, la precarizzazione disperante, il cinismo di certa editoria, il disprezzo per la dignità professionale e umana. Ma la vita di Alessandro, ricostruita con amore nel libro del collega Lucio Luca “L’altro giorno ho fatto quarant’anni” (Laurana Editore) , racconta anche la statura morale di un cronista di razza e ci ricorda che questo mestiere si nutre di valori etici, desiderio di giustizia e fame di verità.
Nel corso della conferenza, promossa dal Consiglio Nazionale, è intervenuto anche il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento, che ha presentato i risultati dell’indagine sui giovani e l’informazione in Italia, indagine voluta dall’Ordine.
Il focus sul rapporto tra nuove generazioni e media nel nostro Paese costituisce una delle iniziative volute dall’Ordine dei Giornalisti in occasione del “Premio Mario e Giuseppe Francese”. Alla conferenza stampa hanno preso parte il presidente dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Verna, il presidente dell’Odg Sicilia Giulio Francese e i componenti della commissione del Premio.
"La ricerca di Demopolis mostra come i giovani siano interessati al giornalismo e alla sua funzione fondamentale per una corretta informazione dei cittadini, con particolare riferimento al giornalismo di inchiesta - ha affermato Carlo Verna, presidente del Consiglio Nazionale dell' Ordine dei Giornalisti -. E’ una dato che ci conforta in questa fase in cui abbondano fake news, linguaggi di odio soprattutto via web e dove si cerca di neutralizzare la funzione del giornalismo
come “cane da guardia” della democrazia. Ritengo che compito essenziale dei giornalisti sia e resti quello di raccontare i fatti senza non fare sconti a nessuno, a nessun governo (di qualsiasi colore) a nessun potere (comprese le grandi piattaforme di internet)".