Una piazza e un giardino per Mario e Giuseppe 2014
Una piazza importante a Corleone intitolata a Mario e Giuseppe Francese, uno spazio verde "Francese" in Viale Campania, una cerimonia a Siracusa dove l'amministrazione comunale si è impegnata a intitolargli un giardino. Una tre giorni intensa, culminata con il Premio che porta il suo nome al regista Pif, quella dedicata a Mario Francese, nel 35.mo anniversario del suo omicidio la sera del 26 gennaio 1979 per mano dei "corleonesi" di Totò Riina.
E proprio nella cittadina di Riina, Provenzano e Bagarella sono iniziate le manifestazioni in onore del cronista giudiziario del Giornale di Sicilia messo a tacere a colpi di p38. "Memoria in piazza" il titolo della giornata voluta fortemente dal sindaco Lea Savona per raccontare una Corleone diversa, che dice no alla ferocia di boss del calibro di Riina, Provenzano e Bagarella che di questo paese sono diventati icona. E lo fa celebrando Mario Francese con un convegno e intitolando a lui e al figlio Giuseppe, la cui esistenza è stata segnata per sempre dall'omicidio del padre, l'ex piazza Santa Maria.
All'incontro nella scuola "Don Giovanni Colletto" hanno partecipato gli studenti delle scuole elementari e medie e le classi del liceo scientifico e dell’Istituto Agrario di Corleone. Un esercito di giovani accorsi per ascoltare la storia di Mario e Giuseppe, due martiri della verità vittime della ferocia di Cosa nostra. A fare gli onori di casa Rosa Crapisi – dirigente scolastico dell’Istituto “Don Giovanni Colletto”, mentre ad aprire il dibattito, moderato da Angelo Marino, è stato il sindaco che ha ricordato il legame affettivo di Mario Francese, che era solito trascorrere le vacanze estive a Campofiorito, con il territorio di Corleone e con la popolazione. La figura di Mario Francese è stata raccontata da Riccardo Arena, presidente dell'Ordine dei Giornalisti. Gianfranco Zanna, di Legambiente, ha parlato delle inchieste di Mario Francese che rivelarono la feroce scalata al potere del clan di Corleone e in particolare si è soffermato sul grande valore dell'inchiesta sulla Diga Garcia. Una diga che da giugno 2013, su proposta di Legambiente porta il nome di Mario Francese.
Nell'aula gremita Giulio Francese ha parlato del fratello Giuseppe, seguito dal prof. Nino Pillitteri, che di Giuseppe era amico e che con Giuseppe ha vissuto a Corleone una esperienza nelle prime radio libere. Quindi ci si è spostati nella vicina piazza S. Maria che è stata intitolata a Mario e Giuseppe Francese, vittime della mafia, si legge sulla lapide in marmo.
Una piazza vicina a quella che porta il nome di Borsellino e Falcone. " È un'iniziativa - ha detto commossa il sindaco di Corleone Lea Savona - che faparte di un percorso della memoria che continueremo a portare avanti. La scelta di intitolare una piazza a Mario e a Giuseppe Francese – ha detto il sindaco – è un atto dovuto alla memoria di due uomini caduti mentre marciavano su un sentiero di legalità e giustizia. In particolare, abbiamo ritenuto che la figura e la storia di Giuseppe rispecchiassero nei giovani, destinatari del dibattito di oggi, quell’esempio di onestà che la nostra amministrazione persegue quotidianamente. Respingiamo e disconosciamo “concittadini” come Totò Riina le cui dichiarazioni sono all’ordine del giorno sui giornali. Corleone non ci sta e sarà sempre in prima linea nella promozione di iniziative a favore della legalità e dell’edificazione di una società pulita. Così come non ci stancheremo mai di chiedere scusa alle vittime della mafia e ai loro familiari".
Altra intitolazione e altra cerimonia l'indomani, 26 gennaio, in viale Campania, dove Mario Francese aveva la sua abitazione e dove fu assassinato. Il comune gli ha intitolato lo spazio verde che ospita una lapide in ricordo del delitto di 35 anni fa. Uno spazio verde strappato al degrado, in cui sono stati piantumati fiori, palme e alberi ad alto fusto. "Un giardino è forse il modo migliore per ricordare M ario Francese - ha detto il nuovo prefetto Francesca Cannizzo - perchè un giardino è qualcosa di vivo, che mette radici, come noi vogliamo che sia per Mario Francese in questa città".
Alla cerimonia, organizzata con Leone Zingales dell'Unione Cronisti Italiani, sono intervenuti anche il sindaco Leoluca Orlando, i vertici delle Forze dell'Ordine e numerosi cittadini e giornalisti e i familiari di Mario Francese.
Un martire della verità - ha detto Orlando - che ha dedicato la sua vita e il suo impegno da professionista libero alla lotta contro la mafia. Siamo qui questa mattina per ricordare il suo sacrificio, affinché le giovani generazioni continuino a percorrere un sentiero di legalità e giustizia". "Momenti come questo - ha aggiunto - non devono rimanere sterili rituali, ma oggi più che mai è necessario risvegliare le coscienze per contrastare l'intreccio perverso tra sistema politico affaristico mafioso e sistema di corruzione". "Sono certo, ed è anche il mio appello, - ha concluso Orlando - che questa area recuperata in Viale Campania verrà tutelata e mantenuta con decoro da cittadini e operatori del quartiere".
E un giardino per mantenere "vivo" il ricordo di Mario Francese è anche l'impegno preso dall'amministrazione comunale di Siracusa, città natale del cronista. La proposta, formulata dal segretario provinciale dell'Assostampa nel corso della cerimonia culminata nella deposizione di un omaggio floreale per ricordare il cronista a 35 anni dalla sua uccisione, è stata accolta dal Sindaco Giancarlo Garozzo e dell'assessore comunale alla cultura Alessio Lo Giudice, presenti alla cerimonia. In largo Leonardo da Vinci, dove si trova posizionata la lapide che ricorda Mario Francese, c'era anche la sorella del cronista, Maria, alla quale i giornalisti siracusani hanno consegnato una targa "tenace custode dei valori della legalità nel nome di Mario".
Dai due amministratori presenti è giunta l'assicurazione che il Comune metterà in campo, assieme all'Assostampa, ogni utile azione per riuscire a realizzare il "Giardino Mario Francese"; si proverà a verificare la fattibilità dell'intervento in un'area nei pressi dell'Istituto comprensivo Elio Vittorini. La speranza del sindaco è che già dal prossimo anno la commemorazione di Mario Francese possa svolgersi nel nuovo 'giardino'. L'assessore Lo Giudice ha anche sollecitato l'avvio di una serie di iniziative che coinvolgano le scuole della città nel nome e nell'esempio del giornalista.
Una fiction e tre giornate per Mario
Dal 18 al 26 gennaio Palermo e Corleone con tre intensi appuntamenti ricordano due tragici delitti avvenuti per mano mafiosa nello stesso giorno, a distanza di un anno esatto: Ugo Triolo e Mario Francese. Triolo, avvocato nonché vicepretore onorario di Prizzi, fu assassinato il 26 gennaio 1978 a Corleone, e la stessa sorte toccò al giornalista Mario Francese il 26 gennaio del 1979. Un filo sottile quello che unisce i due omicidi legati dallo stesso destino e che ancora oggi mette in evidenza problematiche mai sopite e ancora in cerca di una verità. Il ciclo di eventi, organizzato dal comitato “26 gennaio” e dall’ex sindaco di Corleone Pippo Cipriani in collaborazione con i Comuni di Palermo e Corleone, e con l’adesione dell’Università di Palermo, di Libera, dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, del consiglio dell’Ordine degli avvocati di Termini Imerese e di diversi istituti scolastici del Corleonese, prende il via giovedì 18 gennaio con il convegno “Palermo e Corleone, dal ricordo delle vittime innocenti al contrasto alla mafia”, alle 17.30 nell’aula consiliare del Comune del capoluogo. All’incontro, che rientra tra gli eventi formativi per i giornalisti e dà diritto a due crediti, saranno presenti il prefetto di Palermo, Antonella De Miro, lo storico Nino Blando che rievocherà i due tragici omicidi insieme a Felice Cavallaro, all’epoca dei fatti giovane amico e collega di Francese, e al cronista Salvo Palazzolo, con loro l’avvocato Enza Rando responsabile nazionale di Libera. Sarà l’occasione per rivivere quei momenti, anche attraverso le parole di chi ha sperimentato in prima persona quei fatti tragici: da Giulio Francese, figlio di Mario, oggi presidente dell’Odg Sicilia, a Dario Triolo, figlio dell’avvocato assassinato. Un incontro per capire e conoscere le famiglie mafiose che hanno dominato sul territorio e quanto è stato fatto negli ultimi anni grazie a quegli eroi che hanno pagato un duro prezzo per offrirci un futuro di libertà. Sempre il 18 al termine dell’evento formativo, alle 20, sarà la volta della proiezione in anteprima - andrà in onda su Canale 5 il 21 gennaio in prima serata - del film “Delitto di mafia - Mario Francese”. liberisognatori Si tratta del secondo appuntamento della serie Liberi Sognatori, la fiction prodotta da Taodue che racconta la vita degli eroi civili della storia contemporanea. In sala saranno presenti gli attori Claudio Gioé (nei panni di Mario Francese) e Marco Bocci (che interpreta il figlio Giuseppe). Il secondo appuntamento è per lunedì 22 gennaio, alle 11, nell’aula magna dell’istituto scolastico “Don Colletti”, a Corleone, ed è rivolto agli studenti di due istituti superiori, con la partecipazione di Leonardo Agueci e Franco Nicatro, consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti. L’ultimo incontro è previsto il 26 gennaio a Corleone, nell’ex Moschea S. Andrea, nel quartiere dei Riina, per suggellare la nascita di un’associazione delle vittime innocenti di mafia, alla presenza del fondatore di Libera Don Ciotti, del cronista Franco Viviano e del direttore del Giornale di Sicilia Marco Romano. Tre appuntamenti tra Corleone e Palermo nel ricordo di Ugo Triolo e Mario Francese. Per l'occasione è stato realizzato uno speciale annullo postale che sarà presentato durante la cerimonia.
“Tra le due storie c’è un legame molto profondo - ricorda l’ex sindaco di Corleone Cipriani - la sera stessa dell’omicidio di Triolo, da profondo conoscitore delle vicende corleonesi, Francese capì subito l’importanza di quel delitto e fu il primo a intuire il pericolo rappresentato dalla la mafia Corleonese. Tanto è vero che dopo Triolo, la mafia colpì a morte Francese. Il comitato, che ha aiutato a organizzare questo evento, vuole lasciare una sorta di seme per contribuire a far nascere a Corleone un’associazione per la tutela delle vittime innocenti di mafia, la promozione della legalità e - conclude - il contrasto al crimine organizzato”. Venerdì 26 gennaio, infine, alle 9 davanti al cippo in viale Campania che ricorda l’agguato in cui perse la vita il cronista del Giornale di Sicilia, l'Unci ha organizzato una cerimonia di commemorazione. Saranno presenti la vedova Maria Sagona, i figli Giulio, Fabio e Massimo. Interverranno il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e i vertici dell'Assostampa regionale. Anche a Siracusa, dove era nato nel 1925, la locale sezione Unci guidata da Francesco Nania ricorderà Francese con un evento che si svolgerà alle 9.30 del 26 gennaio nel giardino pubblico di piazza Leonardo da Vinci.. “Tra le due storie c’è un legame molto profondo - ricorda l’ex sindaco di Corleone Cipriani - la sera stessa dell’omicidio di Triolo, da profondo conoscitore delle vicende corleonesi, Francese capì subito l’importanza di quel delitto e fu il primo a intuire il pericolo rappresentato dalla la mafia Corleonese. Tanto è vero che dopo Triolo, la mafia colpì a morte Francese. Il comitato, che ha aiutato a organizzare questo evento, vuole lasciare una sorta di seme per contribuire a far nascere a Corleone un’associazione per la tutela delle vittime innocenti di mafia, la promozione della legalità e - conclude - il contrasto al crimine organizzato”. Venerdì 26 gennaio, infine, alle 9 davanti al cippo in viale Campania che ricorda l’agguato in cui perse la vita il cronista del Giornale di Sicilia, l'Unci ha organizzato una cerimonia di commemorazione. Saranno presenti la vedova Maria Sagona, i figli Giulio, Fabio e Massimo. Interverranno il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e i vertici dell'Assostampa regionale.
Mario Francese sarà ricordato anche a Siracusa, dove era nato, con una cerimonia che si svolgerà alle 10 di venerdì 26 gennaio davanti alla lapide che si trova all’interno del Giardino “Mario Francese” in via Francesco Maria Cavallari (ex Casina Cuti) del parco archeologico della Neapolis.
Interverranno, tra gli altri, il sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo, il segretario dell’Ordine Giornalisti di Sicilia, Santo Gallo, il segretario regionale dell’Assostampa della Sicilia, Alberto Cicero, il segretario provinciale dell’Assostampa, Prospero Dente, il fiduciario della sezione Unci di Siracusa, Francesco Nania, autorità civili e militari. All’evento parteciperanno anche gli alunni dell’Istituto comprensivo “Lombardo Radice”. Nel pomeriggio del 26, alle 17,30, sarà celebrata una messa nella chiesa di Sant’Angela Merici in via Piazza Armerina alla quale prenderà parte la sorella di Mario Francese, signora Maria.
<La figura di Mario Francese – ha dichiarato Francesco Nania, fiduciario della sezione Unci di Siracusa – è un punto di riferimento per noi cronisti ed il suo sacrificio, strettamente collegato alle inchieste condotte sul campo, rappresentano un esempio di coerenza e di professionalità: valori che un cronista deve sempre tenere ben presente nell’approcciarsi ai fatti da approfondire>.
Studenti Alcamo, omaggio a Mario
Giornata di manifestazioni in tutt'Italia per ricordare i 25 anni della strage di Capaci in cui persero la vita il giudice Falcone, la moglie Francesca Morvillo, gli uomini della scorta. In questa giornata di memoria si è mobilitata anche la scuola media Nino Navarra di Alcamo. Alle 8,30 di questo 23 maggio, 25° anniversario della strage, gli studenti pianteranno un albero di alloro presso la Navarra dedicata a Mario Francese, il giornalista del Giornale di Sicilia che prima di tutti capì la scalata e pericolosità dei corleonesi di Totò Riina e venne assassinato dalla mafia. Dopo gli studenti formeranno il Corteo della legalità con incontro con le autorità in piazza Ciullo. Prevista la deposizione di una corona d’alloro in piazza Falcone e Borsellino e presentazione di vari progetti quali : “Il baby consiglio comunale”, le vie dedicate alla mafia, la canzone “Vietato morire”, incontro con l’associazione Libera. Le cerimonie si concluderanno con un concerto degli alunni ad indirizzo musicale della “Navarra”.
La piantumazione dell'albero è l'omaggio che la Navarra ha voluto dedicare a Mario Francese, il giornalista che ha impressionato molto per il suo impegno e la sua passione civile i ragazzi e che la scuola ha voluto adottare. Nei giorni scorsi gli studenti hanno incontrato Giulio Francese, figlio di Mario, anche lui giornalista. Un incontro particolarmente intenso, con momenti di grandi commozione. Numerose le domande poste all'ospite dagli studenti, che nei giorni successivi hanno fatto dei resoconti sull'incontro e sul significato di questa esperienza. Ecco di seguito due articoli scritti da loro.
UNITI PER LA LEGALITÀ
“La paura si ha, ma la paura, se si è insieme, si combatte, si affronta!." Con queste parole Giulio Francese, figlio di Mario Francese, giornalista ucciso dalla mafia, ha iniziato, davanti alla platea di noi giovani studenti nell’IC Navarra, il suo intervento, organizzato dalla nostra scuola nell’ambito del progetto “Settimana della legalità” grazie alla preziosa collaborazione dell’associazione Libera di Alcamo. [Leggi di seguito in Read more...]
Per il suo singolare esempio in Sicilia di «giornalismo investigativo», privo anche di ogni compiacenza verso i gruppi di potere collusi con la mafia, Cosa nostra ha eliminato il giornalista Mario Francese la sera del 26 gennaio 1979 davanti casa, mentre stava rientrando dopo una dura giornata di lavoro.
Nato a Siracusa il 6 Febbraio 1925, era divenuto in breve tempo una delle firme più stimate e uno dei più navigati conoscitori delle vicende mafiose, avendo sempre fatto una «lettura» acuta e approfondita del fenomeno mafia.
L’incontro con Giulio Francese non ha avuto solamente lo scopo di ricordare il sacrificio del padre e delle tante delle vittime e quindi la sofferenza dei familiari che hanno visto morire i propri cari, bersagli della violenza per aver ostacolato gli interessi dei criminali; è stato un momento di lezione civile che abbiamo raccolto e custodiremo nel nostro futuro: tutta la società deve essere coinvolta nel contrasto al fenomeno mafioso. Nessuno può chiamarsene fuori in quanto la lotta alla mafia è un dovere morale e civile.
La lotta alla criminalità organizzata, come ha affermato Giulio Francese, non può fermarsi alle forze dell’ordine e ai magistrati, ma deve coinvolgere l’intera società altrimenti le organizzazioni criminali continueranno a prosperare soprattutto nelle zone di complicità diffusa e di corruzione. Questo è l’orizzonte da raggiungere: uniti per la legalità...uniti per ostacolare il prevalere della cultura mafiosa e degli interessi criminali...uniti per rompere l’indifferenza o il silenzioso consenso agli intrecci moralmente riprovevoli…uniti per resistere alle prevaricazioni e all’accondiscendenza anche verso i più piccoli reati che limitano i diritti di tutti i cittadini.
Classe 3B
Memoria storica e responsabilità collettiva
Sono passati ormai venticinque anni dalle stragi del ’92 e io studentessa che oggi frequento la scuola sono parte di una generazione che porta, per così dire, nel corredo genetico l’eredità di quella memoria: delle stragi ho sentito parlare e ho fatto dei due grandi giudici palermitani i simboli coraggiosi della lotta alla mafia.
Sono il germoglio di quei giovani ventenni, vissuti proprio negli anni 90, i miei genitori, che hanno provato l’orrore di quella violenza e provato grande indignazione.
Non c’è il rischio che si perda un pezzo importante di memoria storica recente del nostro paese, la cui coscienza è basilare per essere cittadini attivi e responsabili.
Ma io, che vivo una quotidianità inquinata dalla cultura mafiosa , dalla convenienza “ a farsi i fatti propri”, dall’ammirazione nei confronti di chi delinque e ottiene prestigio, potere, denaro e l’impunità e soprattutto dall’indifferenza o tolleranza per la complicità tra potere e mafia, ho un sogno…dare una svolta alle nostre vite in questa terra duramente ferita dalla presenza mafiosa, presenza che uccide persone, distrugge le speranze e cancella la possibilità di un futuro.
Non voglio assumere un atteggiamento di distacco o rassegnazione o consenso passivo. E allora mi chiedo che cosa può rendere meno forti le organizzazioni criminali: “essere gruppo”. Insieme si propongono e si trasmettono comportamenti più coraggiosi, insieme si riesce a dare maggiore solidità e persistenza alle proprie azioni. Insieme si fanno progetti, ci si propone e ci si espone, insieme si diventa parte attiva della lotta contro la cultura mafiosa. Un senso di responsabilità collettiva diventa il punto di partenza per la speranza di un cambiamento
Alessandra Rocca, 3B
Spazio Stampa Cronaca
Quotidiano indipendente di informazione fondato dai Giornalisti Uffici Stampa della Lombardia
Sarà assegnato venerdì 25 gennaio a Gianluigi De Stefano, per un documento con il quale ha ricostruito la vita e le vicende legate alla prematura morte di Giancarlo Siani, giovane pubblicista napoletano assassinato nel 1985 a seguito delle sue inchieste sulla criminalità organizzata in Campania, il premio giornalistico nazionale Mario Francese 2008.
Siracusa, un parco per Mario Francese
Un giardino botanico di circa 3mila metri quadrati intitolato a Mario Francese, il giornalista siracusano del Giornale di Sicilia ucciso da Cosa nostra a Palermo per le sue coraggiose inchieste sugli interessi economici dei corleonesi. Così l’amministrazione comunale, su decisione del sindaco, Giancarlo Garozzo, ha deciso di ricordare in maniera ancora più degna il cronista che ha pagato con la vita il suo attaccamento alla professione.
Il parco è stato realizzato accanto a Casina Cuti, nei pressi della zona archeologica, e sarà inaugurato lunedì prossimo, 26 gennaio, giorno del 36esimo anniversario dell’omicidio, alla presenza di Giulio Francese, figlio di Mario anche lui giornalista, e della sorella Maria. Alle 10,30, il sindaco Garozzo accoglierà inoltre il prefetto, Armando Gradone, i vertici delle forze dell’ordine e altre autorità.
Mario Francese fu ucciso mentre rincasa dopo una giornata di lavoro. Per quel delitto sono stati condannati in via definitiva alcuni componenti della cupola di Cosa nostra dell’epoca (Totò Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Raffaele Ganci e Francesco Madonia) e l’esecutore materiale, Leoluca Bagarella. Nella motivazioni della sentenza, i giudici hanno evidenziato le doti umane, professionali e civili del giornalista siracusano e la capacità di anticipare, con le sue inchieste, i filoni investigativi di magistratura e forze dell’ordine.
Il giardino botanico “Mario Francese”, approvato dalla Soprintendenza ai beni culturali e ambientali, riqualifica una vasta area attorno alla biglietteria del parco archeologico, un passaggio obbligato per i turisti italiani e stranieri. Sono state impiantate, oltre al prato, più di 40 specie fra arbusti, piante erbacee perenni, stagionali, rampicanti, officinali e aromatiche. Inoltre, è in fase di completamento una vasca per le piante acquatiche.
Infine, in un sito Internet è stata realizzata una mappa interattiva con foto del posto e immagini delle piante presenti.
Siracusa, fatta a pezzi targa Mario Francese. 2014
Ignoti hanno divelto e danneggiato a Siracusa, la lapide posizionata in Largo Leonardo da Vinci in ricordo di Mario Francese, il cronista siracusano del Giornale di Sicilia ucciso dalla mafia in un agguato a Palermo il 26 gennaio 1979. La lapide, posizionata diversi anni fa su sollecitazione dei giornalisti siracusani, è stata staccata dal sostegno metallico sulla quale è fissata e quindi spaccata in più punti. Nella lapide sono rappresentate in modo stilizzato due pagine di giornale aperte all’interno di una delle quali c’è l’incisione:”A Mario Francese, giornalista, vittima della mafia”. La lapide che si trova a poche centinaia di metri dal comando provinciale dei carabinieri, è il luogo dove ogni anno i giornalisti siracusani si ritrovano il 26 gennaio, in occasione dell’anniversario dell’uccisione, per una sobria cerimonia commemorativa – spesso alla presenza della sorella del cronista Maria Francese che vive a Siracusa – e la deposizione di un omaggio floreale. Il presidente
del Gruppo siciliano dell’Unci, Leone Zingales, ha invitato le forze dell’ordine “a fare luce sull’episodio e individuare i responsabili dell’ignobile atto vandalico”.
L’Ordine dei giornalisti di Sicilia esprime la propria più ferma condanna ed esecrazione per il danneggiamento della lapide che, a Siracusa, città natale del collega, ricorda il sacrificio di Mario Francese, il cronista del Giornale di Sicilia ucciso dalla mafia il 26 gennaio 1979 a Palermo. Che si tratti di un’intimidazione mafiosa o, come appare più probabile, di un ignobile atto vandalico, rimane la gravissima offesa alla memoria di Mario, simbolo e riferimento professionale autentico per tutti i giornalisti siciliani, cronista di razza al quale l’Ordine dedica annualmente un Premio di giornalismo. Ci auguriamo che l’amministrazione comunale di Siracusa voglia ripristinare al più presto la lapide e che le forze dell’ordine individuino e segnalino alla magistratura i responsabili di questo gesto inqualificabile.
È intervenuto anche il sindaco di Palermo e presidente di Anci Sicilia, Leoluca Orlando,esprimendo la propria condanna "per l'incivile danneggiamento a Siracusa della lapide che ricorda il sacrificio del giornalista Mario
Francese". "Si tratta - ha detto Orlando - di un ignobile atto vandalico contro una straordinaria persona che ancora oggi è punto di riferimento per tutti i giornalisti. Grande solidarietà e affettuosa vicinanza esprimiamo, inoltre, alla famiglia del giornalista ucciso dalla mafia, sottolineando il grande impegno e l’indiscussa professionalità che hanno sempre contraddistinto l’operato di Mario Francese. Un martire della verità che ha dedicato la sua vita da professionista libero alla lotta contro la mafia".
Siracusa riscopre il suo Mario
“Mario Francese è stato un siracusano coraggioso, che ha pagato nel maniera più cara, con la vita, il suo impegno professionale e il suo amore per la verità. Per questo siamo orgogliosi di dedicargli questo giardino botanico”. Lo ha detto il sindaco, Giancarlo Garozzo, nel corso della cerimonia di intitolazione al cronista del Giornale di Sicilia del nuovo spazio verde realizzato dal Comune accanto alla biglietteria del parco archeologico. La manifestazione coincide con il 36esimo anniversario del delitto (il 26 gennaio del 1979), avvenuto a Palermo in viale Campania mentre il giornalista rientrava a casa dopo una giornata di lavoro.
Una cerimonia organizzata con la collaborazione dell'Associazione siciliana della stampa e dell'Ordine dei giornalisti e seguita dal pubblico in silenziosa partecipazione, alla presenza del figlio di Mario Francese, Giulio anche lui giornalista, e dell'anziana sorella Maria. Hanno partecipato il prefetto, Armando Gradone, il questore Mario Caggegi, i comandanti provinciali dell'Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza, Mario Perdichizzi e Antonino Spampinato, i rappresentanti dei coordinamenti regionale e provinciale delle associazioni antiracket, Mauro Magnano e Paolo Caligiore, gli assessori al Verde pubblico e alla Polizia municipale, Teresa Gasbarro e Antonio Grasso, e alcuni consiglieri comunali. La cerimonia è stata coordinata dal segretario provinciale dell'Assostampa, Damiano Chiaramonte, che ha ricordato una lettera del 2007 con la quale l'ex Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, indicava Mario Francese come esempio meritevole di essere indicato ai giovani.
“Avevamo preso – ha detto il sindaco Garozzo – l'impegno con i siracusani e con la famiglia Francese di incontraci oggi per questa intitolazione e l'impegno è stato rispettato. Mario Francese dà il nome ad uno dei luoghi più importati della città, da cui passano ogni anno centinaia di migliaia di persone. In questa maniera, il coraggioso cronista siracusano sarà conosciuto dai visitatori italiani e stranieri che frequenteranno questi luoghi ricchi di storia e di fascino”.
“Mio padre – ha detto Giulio Francese – è cresciuto professionalmente a Palermo ma non ha mai smesso di essere siracusano, conservando anche il suo accento di origine. Per questo ho deciso di essere qui oggi e non alla cerimonia che si tiene a Palermo, dove non sono mai mancato. Ho sempre desiderato creare un ponte ideale tra queste due città nel nome di Mario Francese e spero che questo desiderio possa essere realizzato a partire da oggi”. Poi Giulio Francese ha ringraziato il sindaco per l'intitolazione e per la tempestività con la quale, lo scorso settembre, il Comune riparò e ricollocò nella sua sede lapide intestata al padre e che da oggi è stata collocata nel parco archeologico.
Mario Francese, come hanno stabilito i processi in cui furono condannati i suoi aguzzini, fu ucciso da Cosa nostra a Palermo per le sue coraggiose inchieste sugli interessi economici dei corleonesi, articoli capaci di anticipare verità che solo anni dopo sarebbero state consacrate dalla aule giudiziarie. “Lo faceva da uomo normale – ha detto ancora il figlio – senza frequentare gli ambienti dell'antimafia, e per questo lavoro alcuni colleghi lo consideravano un visionario”.
Alberto Cicero, segretario regionale dell'Assostampa, ha evidenziato il valore simbolico del lavoro di Mario Francese: “Il nostro solo dovere è di dire la verità e dobbiamo farlo per tenere fede alla professione. Egli pagò con la vita questo attaccamento al dovere ed è bene ricordarlo oggi che tutto il mondo parla di libertà di stampa”.
Aldo Mantineo, in rappresentanza dell'Ordine dei giornalisti di Sicilia, ha portato il saluto del presidente, Riccardo Arena, e ha sottolineato l'impegno dei giornalisti siracusani per ricordare sempre in maniera degna il cronista ucciso. “Oggi – ha detto – stiamo vivendo un bel momento civile. Ricollegandomi alle parole del presidente Napolitano, è significativo che la lapide commemorativa, per 20 anni posizionata in piazza Leonardo da Vinci, si trovi ora in una zona attraversata ogni anno da centinaia di scolaresche e migliaia di giovani”.
Il giardino botanico, progettato dal Comune e approvato dalla Soprintendenza ai beni culturali e ambientali, riqualifica un'area di 3mila metri quadrati attorno alla biglietteria del parco archeologico. Sono state impiantate, oltre al prato, più di 40 specie fra arbusti, piante erbacee perenni, stagionali, rampicanti, officinali e aromatiche. Inoltre, è in fase di completamento una vasca per le piante acquatiche.
Quasi in contemporanea si è svolta a Palermo, in viale Campania, la consueta cerimonia nel luogo nel luogo in cui Mario Francese fu assassinato da un commando mafioso a poca distanza dalla sua abitazione il 26 gennaio 1979. Alla cerimonia, organizzata dall'Unci Sicilia, era presente la vedova del cronista, signora Maria con i figli Fabio e Massimo, oltre al sindaco Leoluca Orlando, il presidente regionale dell'Assostampa, Giancarlo Macaluso, il presidente dell'Unci Sicilia, Leone Zingales, il presidente dell'Ordine dei giornalisti di Sicilia, Riccardo Arena, e i consiglieri dell’Ordine Giovanni Villino e Salvo Li Castri. "La figura di Mario Francese – ha detto il sindaco Leoluca Orlando – ancora oggi è chiaro e valoroso esempio di libertà e professionalità, che ha mostrato quanto importante sia l'impegno di tutti e di ciascuno, quale che sia la sua formazione ideologica e quale che sia il suo impegno professionale”.
"Si è rinnovato l'appuntamento con il ricordo di un grande cronista che, per primo, - ha dichiarato Leone Zingales, presidente dell'Unci Sicilia - svelò gli intrecci tra mafia corleonese e comitati d'affari palermitani in un periodo in cui non era sta ancora pienamente focalizzata la figura criminale del boss Salvatore Riina.
Nel nel suo interventi Il presidente dell'O redine dei giornalisti Arena ha inoltre preannunciato che lo svolgimento del premio Francese si terrà il 9 febbraio al liceo Vittorio Emanuele II di Palermo con la partecipazione dei due attori e comici palermitani Salvo Ficarra e Valentino Picone.