Ha avuto come cornice la sede dell’Ordine nazionale dei giornalisti, a Roma, il 22 dicembre, la presentazione dell’edizione numero 22 del premio di giornalismo “Mario e Giuseppe Francese”, a quarant’anni dall’omicidio per mano mafiosa di Mario Francese, cronista di giudiziaria del Giornale di Sicilia. Alla conferenza stampa hanno preso parte il presidente dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Verna, il presidente dell’Odg Sicilia Giulio Francese e i componenti della commissione del Premio.
I premiati di questa edizione sono i siciliani Lucia Goracci (Premio “Mario Francese”) e Paolo Borrometi (Premio “Giuseppe Francese”) e il calabrese Alessandro Bozzo (Premio “Giuseppe Francese alla memoria”, che è stato istituito in questa occasione per la prima volta). I riconoscimenti saranno consegnati sabato 26 gennaio, a partire dalle ore 10, al teatro Santa Cecilia di Palermo. Queste le motivazioni per i vincitori.
Lucia Goracci. Con coraggio e fermezza da anni affronta situazioni estreme per informare. Continua a cercare i fatti e il loro senso anche e soprattutto nelle zone di confine, dove oltre al rischio professionale c’è anche quello della vita stessa. Ricorda con il suo impegno quotidiano che il mestiere del giornalista si impoverisce quando non è animato dalla ricerca, secondo il vecchio motto dei maestri “ andare, vedere, raccontare”. Lucia lo fa costantemente senza delegare lo sguardo e l’analisi, onorando il servizio pubblico e senza dimenticare in nessuno dei suoi reportage le vittime dei conflitti che i potenti sacrificano in ogni parte del mondo. Condivide gli sguardi pieni di sofferenza e di speranza delle donne e dei bambini che incontra sulle strade ridotte a voragini e in quello che resta delle case sventrate rendendo partecipe l’opinione pubblica del valore inestimabile della pace ancora impossibile in gran parte dei paesi a noi vicini.
Paolo Borrometi. Prova di un impegno concreto capace di colpire quella che ha chiamato la "mafia invisibile", l'esperienza di Paolo Borrometi ha consentito di individuare anche i protagonisti di cosche "senza coppola né lupara", come le indica questo determinato cronista nelle inchieste pubblicate anche su un sito da lui fondato. Deciso a scoprire quanto malaffare intriso di corruzione, violenze e intrighi si annidi in un'area a lungo erroneamente ritenuta immune come quella delle province di Ragusa e Siracusa, Borrometi non si è lasciato intimidire nonostante un pestaggio, la frattura di una spalla e uno sventato attentato, scoperto grazie alle intercettate minacce di un malavitoso che ne auspicava la fine perché "ogni tanto un morto ci vuole".
Alessandro Bozzo. Giornalista calabrese, nella sua Cosenza ha raccontato per anni, con coraggio e passione, la sua terra, i suoi intrighi, i suoi lati oscuri. Per questa coerenza rocciosa è stato isolato, nella sua città e nel suo giornale, messo ai margini e maltrattato con conseguenze devastanti per la sua vita personale e familiare. Il prezzo che ha pagato è stato altissimo, finché le corde dell’ostinazione e della speranza si sono spezzate. La sua morte denuncia l’abbandono in cui versa il mestiere in alcune zone d’Italia, la precarizzazione disperante, il cinismo di certa editoria, il disprezzo per la dignità professionale e umana. Ma la vita di Alessandro, ricostruita con amore nel libro del collega Lucio Luca “L’altro giorno ho fatto quarant’anni” (Laurana Editore) , racconta anche la statura morale di un cronista di razza e ci ricorda che questo mestiere si nutre di valori etici, desiderio di giustizia e fame di verità.
Nel corso della conferenza, promossa dal Consiglio Nazionale, è intervenuto anche il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento, che ha presentato i risultati dell’indagine sui giovani e l’informazione in Italia, indagine voluta dall’Ordine.
Il focus sul rapporto tra nuove generazioni e media nel nostro Paese costituisce una delle iniziative volute dall’Ordine dei Giornalisti in occasione del “Premio Mario e Giuseppe Francese”. Alla conferenza stampa hanno preso parte il presidente dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Verna, il presidente dell’Odg Sicilia Giulio Francese e i componenti della commissione del Premio.
"La ricerca di Demopolis mostra come i giovani siano interessati al giornalismo e alla sua funzione fondamentale per una corretta informazione dei cittadini, con particolare riferimento al giornalismo di inchiesta - ha affermato Carlo Verna, presidente del Consiglio Nazionale dell' Ordine dei Giornalisti -. E’ una dato che ci conforta in questa fase in cui abbondano fake news, linguaggi di odio soprattutto via web e dove si cerca di neutralizzare la funzione del giornalismo
come “cane da guardia” della democrazia. Ritengo che compito essenziale dei giornalisti sia e resti quello di raccontare i fatti senza non fare sconti a nessuno, a nessun governo (di qualsiasi colore) a nessun potere (comprese le grandi piattaforme di internet)".