Giornale di Sicilia 15-05-1977
la madre di La Corte vuole giustizia e un nuovo processo
Maddalena Gambino: "Lo giuro. Ho detto la verità"
Maddalena Gambino, la vedova della "mafia della costa" e madre di Lorenzo La Corte, ucciso il 1. novembre 1975, ad un anno di distanza dalla soppressione del padre Angelo, in base alle nuove norme di procedura, ha appellato ieri la sentenza con cui la seconda sezione della Corte di Assise ha assolto per insufficienza di prove i presunti assassini di suo figlio. Nella cancelleria la donna è stata accompagnata dal difensore di ufficio, costituito nel suo interesse come parte civile, avv. Francesco Di Gangi.
"Spero di avere giustizia dai giudici di secondo grado", ha detto Maddalena Gambino. "Ho detto tutto quanto sapevo per fare luce sull'uccisione di mio figlio Lorenzo, ma i giudici mi hanno creduto a metà. Ma può una madre mentire e accusare gente che con la morte del figlio non c'entra? E poi, come potevo io conoscere i nomi di questa gente se mio figlio più volte non me ne avesse parlato?".
Per convincere i cronisti di aver detto la verità su alcune circostanze, Maddalena Gambino si è inginocchiata nel mezzo della hall al pianoterra del Palazzo di Giustizia: "Lo giuro dinanzi a Dio. Io ho detto la verità. E' vero che mio figlio ebbe incarico di compiere un furto in casa di Messina. Pese due valigie zeppe di giacche di pelle e di pellicce. Mio marito quando ne fu informato si batté una mano sulla fronte. Che cosa hai fatto?, disse a Lorenzo. Ora si scatenerà una guerra".
Maddalena Gambino non sa spiegarsi il perché della assoluzione degli otto imputati dell'omicidio del figlio. Se la prende con i testi che, alcuni, a suo avviso non avrebbero detto la verità.
"Certi testi – ha aggiunto – sono stati creduti. Io che sono la madre, no. Mio marito per un certo periodo fece parte della mafia della costa. Poi era malvisto da certi mafiosi e perciò si era messo in disparte. I giudici mi hanno poi rimproverato di non avere detto subito alla polizia ciò che mio figlio mi aveva confidato.
"Ma come potevo io rivolgermi alla polizia senza compromettere la vita di mio figlio? Tacendo, forse l'avrebbero risparmiato. Invece di ammazzarlo prima, comunque, l'hanno ammazzato dopo. Ma io non ho il rimorso di aver provocato la morte di Lorenzo".
Lo sfogo di Maddalena Gambino si è concluso qui. Una donna che è la "gemella" di Serafina Battaglia, l'altra vedova della mafia, privata anche del suo unico figlio. Solo che la Gambino ha molti anni in più di donna Serafina che, dopo l'uccisione del suo Toti Lupo Leale, dichiarò guerra alla mafia delle due province (Palermo e Trapani) per vendicare marito e figlio.
Comunque, la "mafia della costa" subirà un processo di appello. Oltre all'appello della parte civile, infatti, c'è l'appello del pubblico ministero che, però, non investe i due omicidi ma soltanto l'entità delle pene.